Segnalo questo articolo scritto dalla redazioneC@OS informa giovani – Centro La tenda
Per molti “forse” fare politica significa salvaguardare i propri interessi, o nella migliore delle ipotesi perseguire un ideale; ma un dato è certo: il divario fra politica e giovani.
Probabilmente questo divario è dovuto ad una percezione erronea del “fare politica”; se così fosse…
Cos’è realmente la politica?
I greci definivano con il termine politeia (derivato da polis) oltre la cittadinanza, ossia l’essere membro di una città, la partecipazione al governo della stessa. La cittadinanza attiva è essenziale per far parte della comunità. La politica non richiede necessariamente di partecipare a schieramenti politici, poiché anche iniziative locali, come richiedere il ripristino del parco del quartiere, è una forma di cittadinanza attiva. Essere politicamente attivi è quindi facile, ma nonostante questa ovvia conclusione l’attivismo è di raro riscontro nei giovani. Arriviamo così alla seconda domanda: cosa richiede la cittadinanza attiva?
Essere la pecora nera del gregge.
Con questa affermazione intendiamo la volontà del singolo individuo di uscire dall’indifferenza comune e di affrontare un problema della comunità. Spesso, anche le questioni più semplici, non vengono affrontate perché sono ritenute un problema della comunità e non sentite come nostre; si attende che “quasi per magia” il parco del quartiere si ripristini da solo o che “qualcuno” si attivi al posto nostro.
A voi le conclusioni di dove possa portare un comportamento del genere, se tutti la pensassimo in questa maniera. Fare cittadinanza attiva da soli non è facile, se un problema deve essere esposto alle persone competenti verrà sicuramente preso in maggiore considerazione se si tratta di un gruppo di persone, e sicuramente un problema del singolo può essere un problema di molti. Purtroppo questo secondo passaggio, dal singolo al gruppo, non è cosi automatico come può sembrare.
Quando si cerca di coinvolgere le persone ad affrontare la situazione non si fa la pecora nera… ma lo si diventa. Per alcuni diventiamo i disturbatori della loro tranquillità, della loro indifferenza dei problemi comuni e della ristrettezza del loro egocentrismo. Risposte del tipo “non è un problema mio” o per chi fosse più diplomatico “ma chi te lo fa fare?” sono frequenti e per quanto ci sforziamo non riusciremo mai a capire come non sia chiaro, per alcuni, che se un problema è della comunità è anche un problema del singolo.
Essere attivi richiede impegno, cercare altre persone è difficile, ma promuovere la cittadinanza attiva non è impossibile. Anche quando iniziamo da soli le nostre attività riescono a passare attraverso l’indifferenza generale. Il dubbio si diffonde nelle persone, il problema “degli altri” inizia a diventare il proprio problema.
Si inizia con l’essere l’unica pecora nera, ma fra i tanti che ci ascoltano qualcuno diventa nero come noi, un gregge di pecore nere.